4 workshop a cadenza mensile: Sandplay therapy nella clinica

Mario Mengheri - Psicologia - Sandplay Therapy nella clinica - Viaggio dentro se stessi

Ciclo:

Luogo: AIRP

Città: Livorno

Indirizzo: Via Carlo Meyer 5

Prezzo: Non indicato

Data e Ora: 19/01/2019 - 13/04/2019 | 10:00 - 13:00

Dettagli:

Prossimo Workshop

sabato 27 aprile 2019
Corpo e riparazione: gli attacchi al corpo nell’infanzia e nell’adolescenza: Il corpo sa ciò che la mente nega

Francesco Montecchi

In “Scopi della psicoterapia” Jung esalta la forza trasformativa del gioco e dell’immaginazione” e ricorda l’opinione di Schiller secondo cui l’essere umano è totalmente e pienamente se stesso solo là dove gioca. “l’attività creatrice dell’immaginazione strappa l’uomo ai vincoli che lo imprigionano” “In ogni cultura anche per l’adulto, oltre che per il bambino, il mondo dei giochi è di importanza decisiva, e “non va totalmente superato”.
L’importanza del gioco come strumento terapeutico appare evidente soprattutto, ma non solo, nel lavoro con i bambini, dove il gesto ludico diviene il centro dell’attività del soggetto, la messa in atto del suo mondo interno, un “teatro psichico” .
La” terapia con il gioco della sabbia” si colloca all’interno della terapia analitica come metodica che integra l’analisi verbale, e dei sogni, con la produzione di immagini rappresentate nei quadri di sabbia. Si inserisce come metodo che facilita il contatto con le immagini interne, attiva il confronto tra conscio ed inconscio permette di contattare ed elaborare tematiche conflittuali arcaiche.
“nel capitolo sulla “Funzione trascendente” Jung spiega che i pazienti possono esprimere l’affetto mediante un’ ”immagine” “spesso accade che le mani sappiano svelare un segreto intorno a cui l’intelletto si affanna inutilmente. Le mani, infatti, a volte parlano più chiaramente delle parole.”
Tra le diverse funzioni che la sabbiera coagula è quella di essere metafora del corpo, nell’uso dello spazio della sabbiera viene riflesso il vissuto e il rapporto con il proprio corpo. la sabbiera incoraggia la possibilità di usare il “corporeo” attraverso il contatto con la materia-sabbia, come un equivalente del corpo. A differenza di altre terapie, è possibile lavorare su stati corporei della prima infanzia, emozioni , corporeità, oggetti interni, esperienze pre-simboliche, immagini delle prime settimane di vita; esperienze traumatiche, non ricordabili ne raccontabili, non accessibili al linguaggio La manipolazione della sabbia asciutta o bagnata suscita molteplici sensazioni tattili risperimenta le cure materne ricevute o non ricevute e da riparare modifica e ripara il proprio rapporto con la corporeità.
Per passare dal teorico al clinico, questi concetti riferiti alla “terapia del gioco della sabbia” verranno resi visibili attraverso i quadri di sabbie di patologie infanto-adolescenziali come i disturbi alimentari(anoressia e bulimia), gli abusi all’infanzia, i bambini affetti da AIDS, in cui la sofferenza psichica passa attraverso un corpo gravemente danneggiato in cui “Il corpo sa ciò che la mente nega
Il lavoro terapeutico col “gioco della sabbia” facilita l’attivazione dei processi di riparazione, fa superare e integrare i processi di scissione e riparare i danni psicologici

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Archivio:

19 gennaio 2019
Introduzione alla Sandplay Therapy

Andreina Navone e Paola Rocco

In questo primo incontro si affronteranno i diversi temi che riguardano l’origine della Sandplay,  il lavoro di Dora Kalff , la sua diffusione e il suo sviluppo in Italia. Si farà poi una panoramica dei principali principi tecnici  e teorici che attengono al metodo della Sandplay,  a partire dal materiale, nel suo valore simbolico, fino alla modalità di lettura delle immagini prodotte.

Il seminario verrà supportato da Slides in Power Point

sabato 23 febbraio 2019
Psicosomatica e Sandplay Therapy

Milvia Talamini

Partendo da un approccio  junghiano al sintomo come espressione di un nucleo dissociato dalla unità psico-fisica dell’individuo,  mi avvalgo della esperienza  di terapeuta del Gioco della Sabbia   per mostrare come le rappresentazioni simboliche  delle immagini  servano a  ristabilire i  nessi  a-causali  giacenti nell’inconscio con  coscienza del paziente, al fine di dare un  “senso” alla sua totalità UOMO.

sabato 30 marzo 2019
La narrazione come cura delle ferite

Daniela Tortolani

Da sempre l’uomo ha superato i momenti difficili condividendo l’esperienza con l’altro, sia con il singolo ascoltatore che con un gruppo, narrando di sé o di altri. Narrare porta a condividere l’esperienza, a superarla tramite la verbalizzazione ad altri dei propri dubbi e timori. La necessità di raccontarsi dell’essere umano ha in sé una possibilità auto-curativa che permette di trovare soluzioni agli eventi della vita che appaiono inspiegabili. Le soluzioni trovate ad una singola storia possono essere molteplici dando tante possibilità differenti di uscita da una empasse esistenziale. Ognuno può identificarsi in un personaggio: l’eroe positivo o negativo, in personaggi dello stesso sesso o di quello opposto, di differenti età permettendo di vivere svariati ruoli esplorando punti di vista e soluzioni molteplici. Ogni peripezia potrà essere vissuta guardandola con gli occhi dei diversi protagonisti. così fra il gioco della narrazione si dispiegano, nel palcoscenico della mente, di ogni ascoltatore, immagini individuali, che s’intrecciano ai temi collettivi, pertanto ogni racconto attiverà differenti immagini interne. Le immagini divengono patrimonio dell’individuo e rimangono depositate nella memoria con una impronta maggiormente indelebile in un continuum in cui la parola attiva l’immagine e questa il ricordo. Il sandplay permette alle immagini di farsi parola che cura e risana tramite l’ascolto analitico del terapeuta. A dimostrazione di quanto detto presenterò 2 sedute di differenti pazienti, con diverse patologie, che ben illustrano come l’immagine permetta la comprensione del materiale anche senza l’uso della parola perché si può narrare e condividere il dramma anche solo “mettendolo in scena”.

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da sabato 19 gennaio 2019 a sabato 13 aprile 2019

Modalità di iscrizione

Effettuare il pagamento tramite bonifico bancario:

Beneficiario AIRP Banca: Cassa di Risparmio Volterra/Livorno Scali D’Azeglio
IBAN: IT 70 W 06370 13900 0000 10007425
Indicare Nome e Cognome
Precisare la causale: Workshop AIRP 2018

Per completare l’iscrizione dare conferma dell’avvenuto versamento unitamente al:
nome, cognome, recapito telefonico – email e codice fiscale 
all’indirizzo email: mario.airp@gmail.com

Costi

Costo dell’intero ciclo di workshop (a numero chiuso)
accertarsi prima del versamento se c’è disponibilità telefonando 0586 892571

€ 160,00 (entro il 31 dicembre 2018)
DOPO il 1 Gennaio 2019 € 200,00

Workshop singolo: € 60,00

Mappa

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