Lettera di un paziente

Qualche mese fa sono diventato consapevole delle mie difese psichiche
i pensieri ossessivi che irrompevano nella mia coscienza
un tempo ne ero preda, mi sconvolgevano
un tempo ero proprio quei pensieri lì
e non mi rendevo conto
poi è iniziata la cura
l’analisi ha creato una separazione
tra il me e il sabotatore interno
per diversi anni il sabotare interno
ha fatto breccia nel mio corpo
mostrando il suo ghigno
ricordo il tormento che mi dava
ora so che era una parte della mia psiche
un protettore il dottore mi ha aiutato a vederlo
ora capisco quanto proteggesse il cambiamento
ma capisco anche che pur sembrando un cambiamento
in realtà era un ritorno verso qualcosa di me più archetipico
ordinario
ciò che era prima del dolore
ciò che era nella ghianda
l’immagine di un destino
il sabotatore ora ha lasciato il posto
le difese sono rimaste vuote e si sono mostrate e me pure
come pensieri autonomi ossessivi
pensieri che invadono la coscienza e che hanno a che fare
con il mio corpo
qualche giorno fa durante una meditazione
senza che lo volessi sono andato oltre le difese e ho visto ciò che le difese e il protettore/sabotatore proteggevano
l’angoscia
sono stato investito dall’angoscia e sono divenuto cosciente del fondo bucato
che le difese difendevano
che il sabotatore manovrava
in questo periodo la psiche nella quale sono
mi ha messo a contatto con il dramma dell’angoscia del bambino quando non è stato contenuto nella relazione con la madre
ho letto di quanto i bambini delle case famiglia
bambini abbandonati proiettino la loro angoscia sul terapeuta
perché non hanno avuto un contenitore, un genitore, una madre sufficientemente buona che abbia saputo
aiutarli a metabolizzare i loro pensieri, le loro emozioni
uno psichismo al limite
comprendo perché vivo l’esperienza
di come la relazione con il terapeuta
con un genitore simbolico
genitore archetipico
sia importante
il fatto di essere sin da subito
esser stato riconosciuto da subito
ha aperto per me il cammino della cura
del ritorno al me archetipico
a quello che forse ero già come idea prima di prendere un corpo
come immagine del mio destino
il dolore c’è ancora
la fragilità anche
ma con me
in me ora sento
concretamente una psiche che si sta rafforzando
una coscienza che rimane ferma a osservarsi
una coscienza che resta che non è più solo preda
una coscienza quieta

Grazie M.M.

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